martedì 5 agosto 2008

Rifletto... ma non sono uno specchio

Eccomi qui a casa mia. Dopo un viaggio all'istituto per "capire" quando posso definirmi finalmente in ferie (cioè, quando sarà stabilito il giorno in cui mi lasceranno in pace senza dover per forza andare giù o sbrigare qualche faccenda...), eccomi a casa a giocherellare con la mia stampante... buste etichette... insomma, non potendo partire, cerco di giocare un pochino qui.

Questi sono giorni in cui ho avuto un po' di tempo per pensare. Pensare a quello che vorrei fare e ridimensionarlo alla luce di quello che in realtà POSSO fare. Pochi soldi amministrati al meglio e messi da parte, ma pur sempre pochini, un contratto che fa ridere i polli, tanti sogni, ma poco realizzabili.

Pensavo oggi al mio desiderio di crearmi una famiglia. Alla fine con un po' di sacrifici ci si può comprare una casa e sposarsi. Questo possiamo farcela a farlo con qualche aiutino e qualche sacrificio. Un figlio. Eccola qua la macchia nera. Con il mio contratto schifoso, un figlio non lo posso fare. Meglio. Nessuno mi vieta di farlo, ma con un bambino da crescere, non posso certo lavorare 10 ore al giorno... e con un contratto da far ridere e rinnovabile anno per anno... chi me lo rinnova dopo una gravidanza? Mi sento un po' presa per il collo, con una mano che stringe appena distolgo lo sguardo da quello che mi obbligano a fare. Sto cercando di cambiare lavoro, ma anche qui non è facile: solo contratti di collaborazione, dove il lavoratore ha meno diritti di zero.

A volte vorrei essere un uomo. E questa cosa mi fa rabbia.

elis@

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