lunedì 29 aprile 2019

Fare la mamma o tenersi il lavoro?

Mamme, donne divise a metà tra lavoro e famiglia.

e tu, da che parte sei finita??

La domanda di questo #lunedìpulp delle #mammepulp è la mia, avevo bisogno di parlarne, di raccontare, di dire la mia ed eccomi qua.

Scrivo per dire la mia... e la mia esperienza dice che non sono le aziende che fanno il male alle mamme nella nostra società, sono le persone, quelle che fanno più male. 

Per quanto mi riguarda, il rientro al lavoro dopo una gravidanza l'ho vissuto due volte.
La prima, nonostante fossi rientrata e Simone aveva appena nove mesi, sono riuscita a tenere il mio turno di 40+2 ore settimanali, mi è stata data la possibilità di spalmare queste ore su sei giorni invece che su 5 e riuscivo addirittura ad andarlo a prendere a scuola. 
Ero stanca, incastravo le mie giornate al millimetro, ma seguivo mio figlio e avevo il mio lavoro.
Sono rientrata e avevo ancora il mio ruolo, la mia scrivania e la possibilità di seguire progetti nuovi, la mia maternità era un valore aggiunto.
Quando rimasi incinta, avevo paura a dirlo, il mio capo mi disse: 
"Stai scherzando vero? E' una cosa bellissima!"
Ero contenta.

Solo dopo mi sono resa conto di quanto, in questa vicenda, fossi stata fortunata.

Seconda gravidanza, a rischio e quindi subito a riposo. 13 mesi di assenza totali, tra gravidanza e post partum. 
Sono rientrata al lavoro che Andrea aveva appena sei mesi, sono rientrata perché sapevo che ero mancata tanto tempo e tenevo al mio lavoro e volevo rientrare il prima possibile.
Avevo messo già in preventivo di poter prendere un part time e, per correttezza, avevo chiesto un colloquio prima di rientrare proprio per chiarire subito la mia difficoltà di mamma.

Unico neo, gli attori in questo atto, non erano più gli stessi. 
Gli attori, attenzione.
- "Part time?? Ah, noi avevamo in preventivo un progetto di crescita per te, visto le tue esperienze, ma con il part time, non puoi."
(primo ricatto velato da finto dispiacere)
- "Sono in allattamento per i prossimi sei mesi ed equivale ad un part time, posso dimostrare che posso farcela, posso farlo."
...
- "Elisa, devi scegliere cosa devi fare, la donna in carriera o la mamma"
- "Bè, io non scelgo, io faccio tutte e due"
(grazie del conforto eh)
...
Rientri al lavoro e nemmeno la decenza di farti trovare un posto a sedere, mancava la scrivania, la sedia ed il pc era imballato.

Ero ai piedi dell'Everest e avrei dovuto scalarlo a mani nude.

Ho capito che avrei dovuto avere ben in testa il mio obiettivo, incassare e come sempre andare avanti, testa bassa. 
Avrei di nuovo dimostrato quanto valevo.
Avrei dovuto cambiare gli attori in gioco, spostare le mie competenze per cambiare gli attori.

Sapevo, che prima o poi qualcuno avrebbe capito di nuovo cosa potevo, sapevo e volevo fare.
Qualcuno.
Se non incontrate quel qualcuno, donne, la vostra gravidanza e i vostri figli verranno sempre strumentalizzati per farvi sentire in difetto. 
Non permetteteglielo mai. 
Incazzatevi, sbattete e urlate che non è così!
Ricordate sempre, i vostri figli sono il vostro valore aggiunto, la vostra forza, quello che muove il vostro mondo. 

Di cacca ve ne faranno ingoiare tanta, ma se pensate che quel vostro spazio, quella vostra indipendenza economica sia parte di voi, non mollate.
Per una mamma, la fatica all'inizio sarà doppia. ve lo assicuro, ma non mollate per darla vinta ad altri, mollate solo se la gravidanza ha spostato le vostre priorità.
Capi, colleghe, colleghi... nessuna solidarietà? Non abbiate paura di dire la vostra, non sempre c'è bisogno di un alleato per andare avanti, la vostra battaglia è vostra. Punto.

"Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior." 




Ah. Io, adesso, sono di nuovo contenta.
C'è voluto un anno intero, non un giorno, ma io sono di nuovo contenta.

lunedì 22 aprile 2019

Ostacoli e Cambiamenti

Ed ecco il #lunedìpulp, con il suo tema...
devo dire che questa volta è stato veramente difficile scegliere di cosa parlare, la domanda di questo lunedì è:
Qual è l'ostacolo più difficile da sormontare? E quanto ti ha cambiata?

Nella vita di tutti esistono ostacoli, nella mia ce n'è uno che ha messo in crisi il mio profondo essere.
Anche al lavoro, in diversi colloqui mi hanno sempre attaccato addosso la "sindrome della prima della classe", quella che fa sempre le cose come vanno fatte, che se c'è una regola si rispetta, se c'è un compito si fa, se c'è una procedura si segue.
Quella che non ha fatto mai sega a scuola, capite??

Quella che al lavoro si fanno le cose come devono essere fatte. Punto.

Quella che in famiglia ha per anni violentato i suoi sentimenti e fatto quello che andava fatto per il rispetto (quale rispetto??), perché le persone più grandi si salutano, perché non si risponde a chi è più grande di te, perché perché perché...
Ecco, questa favola è durata finché di mezzo non ci sono finiti i miei figli.

Ho salutato parenti perché dovevo, perché sennò la gente chissà poi che dice… perché poi LORO chissà poi che dicono (gole profonde di maldicenze e brutte parole), ho salutato parenti che per anni si sono girati dall'altra parte, perché io ero "più piccola" e DOVEVO, loro più grandi e POTEVANO non rispondere al saluto.
Auguri di Natale fatti perché si devono fare: abbiamo speso soldi per regali che poi abbiamo visto riregalati o buttati via.
Ho ingoiato tutto per anni, finché questo atteggiamento non ha toccato i miei figli. 
In realtà mi sono salvata da questa sindrome quando di mezzo a questo meccanismo becero e medievale è finito mio figlio, il primo.
L'ennesima violenza è stata quella di dover invitare persone al suo battesimo perché andavano invitate sennò poi la gente che dice.
Coraggio a quattro mani, vado.
L'invito viene rifiutato perché non erano stati resi abbastanza partecipi della mia gravidanza.

Ecco. In quel momento la mia testa è cambiata.
Il cambiamento più forte e violento che abbia mai vissuto. Ho sentito l'istinto prevalere sulla ragione, il senso di protezione verso un bambino innocente, che di quelle dinamiche insensate non poteva pagare le conseguenze.
Ho vomitato TUTTO quello che avevo dentro, anni di "soprusi" verbali, angherie per imporre il proprio ego sugli altri, ingiustizie (provate a spiegare a una bambina di 7/8 anni che i regali incartati sotto l'albero erano per altri nipoti, mentre per voi c'era una bustina chiusa, provate a spiegare questo a una bambina a cui in casa non hanno mai insegnato a barattare il proprio affetto per i soldi e poi vedete cosa ne pensa: A me hanno regalato carta agli altri i giocattoli, perché??).

Da quel giorno mi sono sentita libera. 
Hanno continuato la loro opera di malelingue, ma io mi sentivo e mi sento libera e forte. 
Hanno continuato per anni a sputare per terra quando mi incontravano, poi forse hanno finito la saliva oppure si sono finalmente resi conto che sono più forte.

Ho iniziato a dire la mia senza paura, senza temere il pensiero altrui, senza temere prepotenze assurde,

Ci sono voluti 34 anni per liberarmi, ma ora non mi ferma più nessuno.






giovedì 18 aprile 2019

Dove il cuore ride

Casa. 
Finalmente mi godo la bellezza della mia casa.
La bellezza dell’orto, che adesso cura mio padre, ma che mi ricorda come fosse adesso mio nonno.
Ricordo ancora quando mangiavamo quell’unica pera che l’alberello riusciva a malapena a tenere.

Un pezzetto io, un pezzetto lui.

Avrò avuto 3/4 anni, non di più.
Eppure è un ricordo vivo, come fosse ieri.
Oggi in quell’orto vanno loro, i miei figli.
Lui non li ha mai conosciuti, con Simone si sono mancati su questa terra per 20 giorni, ma, incredibilmente, gli ha lasciato i suoi occhi, il suo modo di mettere le mani sotto il mento. Incredibile.
.
Non ho abitato sempre qui, ma i miei ricordi più belli sono di questa casa.
La vera casa è quella dove il cuore ride. 
E qui il mio cuore ride sempre.

Simone, Orto di casa Mia, Aprile 2016

domenica 14 aprile 2019

Ti senti cambiata da quando sei madre?

Se sì, in cosa? E quale aspetto ti ha sorpreso di più?

Io non so quando sono diventata madre.

Come sempre non ho preparato nulla e scrivo di getto, su un treno per Firenze che pullula di ragazzini urlanti. #helapossofa
Quando studiavo ancora e avevo tanti sogni, diventare insegnante, ricercatrice, una con due palle così che spacca il mondo, ho sempre affermato che da grande, nonostante tutto questo sbattimento, 
da grande avrei voluto fare la mamma.
Fare la mamma però non è come scegliere di prendere un diploma o una laurea eh! 
Prendi un libro, studi, prendi appunti, fai esercizi. 
No non è decisamente così!

C’è chi nemmeno si guarda in faccia ed è già al terzo mese di gravidanza e chi... come me, li sogna, li desidera, li vorrebbe più di ogni cosa al mondo e loro, nulla. 
Non vengono.
Visite, analisi, medici... Tutto a posto Signora, arriverà. 
Visite, analisi, specialisti... strano, tutto a posto! 
E di rimanere incinta nemmeno l’ombra.

Dopo quattro anni di pellegrinaggi, analisi, esami improbabili, qualcuno si accorse che forse se mi operavo e toglievo giusto un paio di fibromi, l’endometriosi ed un polpo, forse le cose sarebbero state più semplici... una puntina eh!
E così un giorno, quando a questa faccenda della mamma ci pensavo meno perché mi ero appena operata e avevo cambiato mansione al lavoro... mi accorsi che avevo sforato il famoso 28simo giorno.

“CAXXO SIAMO A 31!”

Farmacia, pipì, due lineette ed ero mamma. 

Nel fisico finalmente, nel cuore e nella mente credo di esserlo sempre stata. 
Ero già mamma con mia sorella piccola, ero già mamma quando ho sempre pensato più agli altri che a me stessa, ero mamma nelle amicizie... non ho sempre “sacrificato” me stessa per gli altri, ovviamente sbagliando (ma questa è un’altra faccenda).

Cosa è cambiato rispetto a prima??
Ho più sonno, ho una casa che è un casino, ho più panni da piegare e penso per tre, ma se ci penso bene bene con i miei mille interessi e i miei mille lavori io avevo una casa che era un casino anche prima (ora ci sono i giochi, prima erano libri, carte, colori, legno... di tutto!), i panni erano un po’ meno si, ma ora ho l’asciugatrice (ahahah! #daje), prima pensavo per tre ugualmente perché non erano i miei figli o mio marito, ma era più mia sorella o l’amica di turno della quale mi ero presa in carico i malanni del periodo.


Cosa mi ha stupita??
Che nonostante l’avessi sempre immaginata la maternità, non pensavo mai che mi potesse dare così tanto! Mi ha ricordato di non abbandonare mai il bambino che abbiamo dentro, di non soffocarlo, perché è la parte migliore di noi. 
Mi ha insegnato a sopravvivere a notti insonni e a giornate infinite, altro che Wonderwoman.
Mi ha insegnato che è dannatamente vero che l’amore non si divide, ma si moltiplica.
Mi ha insegnato che una mamma felice è la più grande benedizione per i propri figli. 
Mi ha insegnato che una mamma è proprio una con due palle così che spacca il mondo, che crede ancora di più ai suoi sogni, che non si sente mai arrivata perché il viaggio più bello lo sta facendo al fianco dei suoi figli.

martedì 9 aprile 2019

Post Serio: Elisa e l’omeopatia.

Cosa pensa un Fisico di questa medicina...

Un po' mi scoccia che sia stato deciso che la giornata internazionale della medicina omeopatica ricorra il 9 aprile… cazzarola, il giorno del mio compleanno una cosa in cui non credo assolutamente.



Cos’è l’omeopatia me lo sono chiesto diverse volte… 

quando lavoravo in laboratorio mi ricordo che cercai cosa fosse l’effetto placebo.

“Il nulla che cura” lo chiamavano alcuni, un vero e proprio inganno psicologico utilizzato nelle ricerche scientifiche, ma anche nell’omeopatia, un finto rimedio privo di qualsiasi principio attivo, che crea però nel paziente un risultato di natura puramente neurovegetativa.

La produzione di endorfine modifica la percezione del dolore e la reazione del sistema immunitario ed il paziente si sente effettivamente meglio.

Il soggetto sa che viene curato, ma non sa con cosa.

E qui sta l’inganno.

 

L’omeopatia fonda le sue basi sul curare un malessere con qualcosa che genera qualcosa di simile al malessere stesso “il simile cura il simile”, gli esempi possono essere… curare l’insonnia con qualcosa che genera l’insonnia, mi viene in mente il caffè.

Il secondo principio è la diluizione, il principio attivo viene diluito numerose volte in acqua o alcool, tanto da non esistere più a livello chimico, secondo gli omeopati l’acqua “ricorda” il principio attivo in essa diluito.

Il terzo principio è la “dinamizzazione” ovvero lo scuotimento del prodotto.

 

Studiai e lessi sull’Omeopatia quando la pediatra di mio figlio ci segnò il famosissimo “Oscillococcinum” per aumentare le difese immunitarie del nano.

“sai è un rimedio omeopatico”

L’ho acquistato e guardato il foglietto illustrativo, bene 85% di saccarosio e 15% di lattosio, che a casa mia sono due zuccheri ed insieme fanno il 100%, avevo pagato 6 grammi di zucchero circa 15€, avevo comprato zucchero d’oro!

 

Ora, l’Omeopatia è una Medicina così detta Non Convenzionale (MNC), ma non vi sono evidenze scintifiche che sia efficace.

Quello che dico io, se un Medicinale omeopatico, per essere definito tale, deve avere una concentrazione di principio attivo 100 volte inferiore la dose minima utilizzata nella medicina convenzionale, ma cosa diavolo vi state bevendo se non acqua o semplice zucchero??


Non ho più acquistato prodotti omeopatici.

Tutto questo per dire:

Leggete e informatevi, va bene l’effetto placebo, ma non sostituite mai questi prodotti alla medicina tradizionale. 


Ogni volta che qualcuno crede che siano efficaci, un fisico ed un chimico muoiono insieme. 


lunedì 8 aprile 2019

Cos'è una Mamma Pulp??

Mi hanno chiesto se volessi far parte delle #mammepulp e subito, senza nemmeno pensarci mezza volta ho risposto: 

"Sì, caxxo, sì!"

...poi mi è stato chiesto, ma cos'è per te una Mamma Pulp??
Ed è più o meno da ieri sera che ci penso, ma poi lo so che se penso troppo non va bene e quindi stamattina lo scrivo di getto
Una Mamma Pulp è quella che...
  • mette i figli in camera loro a 3 mesi, compra la meglio radiolina in commercio e se la piazza sul comodino, perché già da prima che venissero al mondo non tollerava chi: "Sai, ha settordici mila anni e dorme ancora con noi, sono distrutta!" (grazie al cà)
  • prepara e congela brodi con le verdure di casa per un esercito, perché va bene le cose sane e genuine, ma che due palle il brodo!
  • ha una casa, che se passano i ladri pensano sia stata già svaligiata... Il motto è: giochiamo e dopo mettiamo a posto, ok?? (poi metà le metto a posto io, l'altra metà finisce un quarto sotto al divano, l'altro quarto sparsa nella quinta dimensione, che nemmeno il RIS potrebbe trovarla)
  • si sente in colpa perché con il lavoro pensa non possa dedicargli il giusto tempo, ma poi quando torna #sticazzi tutto il resto, giochiamo ai pittori!
  • è la più avanti su compleanni e natale, devo preparare tutto io, deve essere tutto perfetto a partire dalla torta e tutto si compra su Aliexpress 3 mesi prima, così spendo 1/4 e arriva per tempo. #daje
  • ha portato i suoi figli al Mc e se pensa a quelle che "Ah, quella roba a casa mia non entrerà mai!" oppure "La Nutella i miei figli non sanno nemmeno com'è" e teme gli assistenti sociali fuori alla porta, tipo Man in Black con il fucile laser...
  • cena con la pizza e siccome ha scoperto che ai nani piacciono i supplì compra 3 pizza e 5 supplì... noi felici e pure loro (e non devo nemmeno pulire la cucina)
  • è fissata con il non inquinare e ha 5000 litri di aceto e 10 kg di bicarbonato in casa e fa gli esperimenti come quando era all'università, funzionano eh! Ma guai a comprare Viakal o Fabuloso, in casa mia non entrano (ma la Nutella sì)
  • quando va a portare o a riprendere i figli a scuola corre come un razzo, perché poi deve tornare a casa a inventarsi come realizzare questa o quella idea che ha in mente
  • compra fumetti e poi li rivende perché non sa dove metterli, che ha un abbonamento per fumetti per bambini e li stiamo leggendo piano piano
  • mette ai figli cose usate da cugini, amici e sconosciuti, perché se è ancora buono, perchè no? E poi lo rimette in circolo appena non ci va più (e ha armadi pieni di tutte le taglie e tutte le stagioni...
  • ama il mercato, Porta Portese se potessi andarci tutte le domeniche, sarebbe meraviglioso.
  • sembra sempre scappata di casa, perché #sticazzi ho di meglio da fare che andare dal parrucchiere, così ci va una volta l'anno se va bene... e poi i capelli alla #comevieneviene sono proprio i miei!
  • porta le magliette della Marvel e della Disney e va in ufficio con le Birkenstock, perché sì e basta
  • ama i suoi figli a più non posso e spessissimo si dimentica di se stessa
  • combatte sempre con i kg di troppo, ma poi finisce i piatti dei figli perché "non si può buttare!" e allora dimagrisce in un'altra vita forse...
  • a 37 anni si è fatta il suo primo tatuaggio con il nome dei suoi figli e a 38 meno un giorno si è fatta il secondo!


Sicuramente sono anche altro oltre questo, ma mica vorrete che vi sveli tutto tutto???

sabato 6 aprile 2019

Ciambellone allo yogurt

La ricetta di zia Martina è quella che ci viene meglio!

Ciambellone allo yogurt 
  • 4 uova
  • 200 gr di zucchero
Montare almeno 8 minuti.
  • 250 gr di yogurt che preferite (io avevo quello cremoso bianco dolce)
  • 150 gr di olio di semi
  • 400 gr di farina
  • 1 pizzico di sale
  • 1 bustina di lievito
  • Aroma a piacere o limone grattugiato.
180^ e regolatevi con il vostro forno con la prova dello stecchino.Cresce che è una meraviglia, rimane leggermente umido è buonissimo!



Noi ne facciamo uno ogni 3 giorni.
Gnamme!

martedì 2 aprile 2019

Rifiutiamoci!

"Il nostro mondo ci è stato dato in prestito dai nostri figli, facciamone buon uso!"

Rifiutiamoci di "rifiutare" più del dovuto.
Tra le prime cose che mi vanto di utilizzare per la mia "Biuti Rutin" c'è il guantino di Microfibra, che doveva essere miracoloso e così si è rivelato. 
Innanzitutto è morbidissimo, rimuove anche il trucco Waterproof, basta passarlo umido sul viso e porta via tutto. 
Dopo l'uso io lo lavo con il detergente delicato dei bimbi, una passata sotto l'acqua e torna nuovo.
La cosa più bella è che con questo guantino si risparmiano circa 1000 dischetti l'anno, meno mille dischetti nella mia immondizia!

Questi se si contano solo i dischetti usati per struccarci, ma pensiamo quelli che usiamo per passarci lozioni o tonici vari.
Qui è entrata in gioco l'arte del riuso.
Dall'alto: coppette di cotone, Guantino Yves Rocher e Coppette in Bambù
Queste coppette in cotone (quelle in alto) e in fibra di Bambù sono un residuato bellico di mesi di allattamento in cui le coppette monouso mi irritavano all'inverosimile e l'unica salvezza sono state queste coppette.
Ora non mi servono più per lo scopo per cui sono nate, ma vi assicuro che sono utilissime per passare lozioni sul viso o sul corpo.
Ne ho a sufficienza per tutta la settimana e poi le lavo con il carico del bianchi con il sapone di marsiglia.
Apparentemente è poco, ma sono i piccoli gesti a cambiare il mondo, non dimentichiamolo.
Io nel frattempo mi sento più brava e meno sprecona.
Daje!

(PS. se vuoi il guantino in foto contatta la consigliera di bellezza più vicina a te o contatta direttamente me, sarò lieta di spiegarti come fare per averlo. Per le coppette assorbilatte lavabili io ho preso queste qui  che hanno anche il sacchetto per lavarle e non disperderle nella lavatrice!)