sabato 27 agosto 2016

La fame nervosa...

..è infame.
 
Ti prende all'improvviso e quando ti sei accorto che non avresti dovuto, ormai è troppo tardi.
 
La mia fame nervosa di solito mi assale quando torno dal lavoro, sono stanca, alle volte stremata, devo fare un sacco di cose (e alle 17.00 il pensiero di dover cominciare la giornata casalinga dopo aver affrontato 8 ore di giornata lavorativa è veramente devastante) e ho mio figlio che non mi vede da tutto il giorno e vogliamo stare insieme (sì, vogliamo, perché anche io ho un bisogno immenso di stare con lui).
Con questo stato d'animo, spesso, la fame nervosa prende il sopravvento; magari, nonostante tutte le cose da fare, il tavolo pieno di buste della spesa da sistemare, la lavatrice che grida vendetta e i panni da stirare, mi siedo sul divano e mangio. Posso mangiare qualsiasi cosa in questi momenti, basta saziare lo sconforto con qualcosa da sgranocchiare. Si basta che "sgranocchi e faccia rumore" e io vado in un'altra dimensione.
Quando mi rendo conto di cosa e soprattutto quanto ho mangiato, è troppo tardi.
Mi salvo solo se non accendo la TV, altrimenti sono finita.
 
In questi giorni in cui sto imparando a dire di no a questo comportamento, faccio così:
  • divano bannato, concesso solo dopo cena quando Simone dorme e la cucina è già in ordine;
  • ordine: sono una maniaca dell'ordine e quindi mi metto subito a ri-ordnare il disordine che il nostro rientro a casa ha generato: cerco subito di mettere a posto borsa, chiavi, scarpe... giochi di Simone e inizio qualche faccendina;
  • se proprio ho bisogno di riposare (riesco solo se Simone non ha dormito pomeriggio e fa la sua ninna pomeridiana la mio rientro), vado in camera e mi sdraio sul letto, silenzio;
  • se ho fame, bevo. Bevo acqua o una tisana. Non mi da la soddisfazione di un bel pacchetto di cracker salati, ma bevo e penso: ecco, al posto di quelli metto taaaaaaaanta acqua.
Non è facile. Ce l'ho fatta per 35 giorni e conto di non mollare. Dajè!

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