giovedì 27 agosto 2015

SETTE MESI FA...

...il grande giorno!
Tutto deciso, il 27 gennaio prenotato il cesareo.

Ricoverata la sera prima, ho dormito. Ero tranquilla.
Un po' meno quando una volta entrata in sala parto ho visto il mio ginecologo, uomo sulla sessantina, distinto e sempre elegante, vestito tutto verde con la cuffietta.... Azz! Ci siamo!

Avevo paura di sentire dolore. Poi la gioia immensa del tuo pianto.
Poi...

Niente. A questo punto le storie che si leggono parlano del bimbo fatto vedere alla mamma, poggiato sul petto, occhi lacrimosi, gioia, felicità, amore... Mio figlio lo sentivo piangere. Sentivo il pianto allontanarsi nella sala accanto insieme al neonatologo. Ho perso molto sangue, tanto da sentire la testa svuotarsi, come quando stai per svenire (dalla cartella clinica 1.2 litri...), ma il suo pianto mi teneva sveglia.
Intorno a me parlavano, sistemavano, rimettevano a posto la mamma, ma nulla, non sentivo loro, ma solo lui, che non ha mai smesso di urlare. Mi hanno detto che era cicciottello nonostante le sue 36 settimane, ma non vederlo e sentirlo piangere ancora oggi mi danno la sensazione di un furto. Quando ti portano via qualcosa, ti strappano via all'improvviso qualcosa di così intimamente tuo e non puoi fare nulla.

Finito di chiudere il cesareo mi hanno portato nella sala "recupero", è entrato mio marito e dopo più di mezz'ora dalla sua nascita, eccolo! 
Quattro, cinque secondi al massimo, il tempo di dargli un bacino, far appannare gli occhi dalle lacrime e stop.
Stava bene in quel momento, ma doveva essere controllato. Il cordone si era chiuso.
Ora bisognava vedere se era partito un trombo (ed era partito), se c'erano danni, e dove.

Il trombo era nella vena porta, nel fegato. Niente cuore, niente cervello, niente polmoni.




To Be Continued...

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